IL GIARDINO

IL GIARDINO

C’era una volta un bellissimo giardino.
Era il più bello della città e tutti coloro i quali passavano nelle sue vicinanze non potevano fare a meno di ammirarlo. Una verde distesa di erba lo ricopriva e tutto intorno era un rifiorire di alberi da frutto e di piccoli e colorati fiori.
Un giorno l’erba rivolta agli alberi da frutto disse: “E’ tutto merito mio se il giardino è ammirato da tutti, guardate anche voi il mio splendore, guardate come sono curata bene e come sono ordinati i miei fili! Voi invece non fate altro che sporcarmi con le vostre foglie, il vostro polline e i vostri frutti marci! Dovrò fare in modo di farvi sparire, nell’interesse del giardino naturalmente”.
Gli alberi da frutto ci rimasero un po’ male, ma fecero finta di niente e continuarono il loro ciclo vitale.
Più tardi l’erba si rivolse ai piccoli fiori e lanciò anche contro di loro strali minacciosi: “Dico a voi piccoli fiori importuni, le vostre spore, il vostro polline e i vostri petali sfioriti arrecano un grave danno al mio manto, nell’interesse di tutti, dovete smetterla di sporcare e di insudiciare il prossimo. Fatelo con le buone, altrimenti prenderò seri provvedimenti”.
Anche i piccoli fiori, sia pure con un po’ di amarezza e un pizzico di preoccupazione in più, continuarono nella loro vita di sempre.
Un giorno però il prato decise di dare una severa lezione a quelli che riteneva essere i suoi più acerrimi nemici. Così iniziò a circondare di arbusti ed erbacce i piccoli fiori, i quali, privati dell’acqua che gli era prosciugata dalle erbacce, iniziarono ad appassire. Non contento di questa sua malefatta, il prato passò all’attacco degli alberi da frutto e bevve tutta l’acqua intorno alle radici. Anche gli alberi da frutto iniziarono a rinsecchire e quello che un tempo era il più bel giardino della città, appariva ora come un cumulo di arbusti e di erbacce rinsecchite.
La gente così passando, non si fermava più ad ammirarlo, ma vi gettava dentro cartacce, giornali vecchi ed altri tipi di ciarpame inutile. Il giardiniere stesso, stanco di ripulire il giardino da rifiuti di ogni genere, cominciò a farsi vedere sempre più di rado.
Il prato, ormai anch’esso brutto ed incolto, non sapeva più cosa fare e assisteva inerme al suo lento degrado.
Un giorno i piccoli fiori gli chiesero: “Prato, liberaci dalle erbacce, permettici di rifiorire”.
Il prato acconsentì ed allo stesso modo restituì l’acqua agli alberi da frutto che cominciarono anch’essi a rinverdire. Il giardiniere passando notò che i fiori erano rinati e gli alberi erano di nuovo verdi e finalmente si decise a ripulire il giardino dai rifiuti e dalle erbacce. Il giardino tornò così ad essere ordinato e pulito e la gente vedendolo di nuovo bello ed attraente, smise di gettarvi dentro cartacce e rifiuti.
Lentamente così il giardino tornò ai suoi antichi splendori e l’erba, abbandonata la spocchia di un tempo, fece tesoro della lezione che i piccoli fiori e gli alberi da frutto le avevano impartito.
Essi infatti avevano scritto, in un piccolo angolo del prato, un messaggio che, pur essendo rivolto principalmente all’erba, poteva essere da monito per l’intera cittadinanza.
Esso diceva: “Soltanto insieme, in armonia tra noi, possiamo vivere felici, solo l’accordo tra i vari frutti della natura, può creare i veri capolavori; la vanità, l’egoismo e le divisioni portano inevitabilmente ad un solo risultato, la distruzione della bellezza. Perciò in futuro, cerchiamo di vivere insieme, in concordia, rispettandoci l’un l’altro e nessuno potrà farci del male”.
Che ci crediate o no, da quando il messaggio fece la sua apparizione ai bordi del prato, l’erba curò con rispetto sempre maggiore i suoi vicini alberi da frutto e i sempre allegri piccoli fiori e il giardino non smise mai di essere il più bello ed il più ammirato della città.

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