LA PRINCIPESSA DEL CASTELLO

LA PRINCIPESSA DEL CASTELLO

In un vecchio castello, nelle lontane terre di Scozia, viveva un re insieme alla sua regina ed alla loro figlia, la principessa Nellie.
Il re e la regina erano dei buoni regnanti, ma questo non impediva che nel loro regno vi fossero disparità e ingiustizie, miserie e ricchezze.
La principessa Nellie era molto bella e aveva un carattere dolce e sensibile; amava la natura e i fiori, il mare e il cielo, l’arte e la poesia. Forse per questo ella amava fare lunghe passeggiate nell’immenso giardino regale, attendere sognante lo sbocciare dei fiori e contemplare il mare e il cielo stellato. Non era mai uscita però dalle mura del castello e il mondo per lei era rinchiuso in quel vasto spazio che delimitava la residenza regale. Non conosceva così nessuno degli altri abitanti del regno, ad eccezione di coloro i quali avevano la fortuna di lavorare alle dipendenze dei suoi genitori.
Fu così che un giorno la principessa decise di uscire e di fare due passi al di fuori delle mura del castello e dopo averlo comunicato al re ed alla regina, uscì da sola per le vie del villaggio.
Il mondo esterno le sembrò molto diverso da come lo aveva immaginato, non aveva niente in comune con il giardino regale e con le immagini ed i suoni della natura che vi albergavano. La gente si affannava a correre su e giù senza tregua, i mercanti giocavano ad ingannarsi l’un l’altro; ciò che la colpì più profondamente fu però vedere che molti abitanti del regno vivevano nella miseria più profonda e i loro figli, sudici e senza scarpe, chiedevano l’elemosina per le strade e passavano la loro fanciullezza impegnati nei più umili lavori.
La principessa tornò di corsa nel castello, si chiuse nella sua stanza e lì rimase per molto tempo a pensare. Per giorni la tristezza e i pensieri furono i suoi unici compagni di viaggio.
Il re e la regina erano molto preoccupati e non sapevano proprio cosa fare; la principessa, man mano che il tempo passava, dimagriva sempre di più e andava incontro a lunghe crisi di pianto.
Un giorno capitò a corte uno strano signore con un buffo cappello in testa.
Egli aveva sentito parlare della principessa triste ed era corso in suo aiuto; chiese di restare da solo con lei e dopo averle parlato, diede al re e alla regina una strana pianta.
«Mettetela nella stanza della principessa e ditele di innaffiarla con il proprio pianto», disse lo strano tipo.
«Ma come, buffone, hai detto che avresti potuto guarirla e invece ci chiedi di continuare a farla piangere chissà per quanto altro tempo ancora, solo per innaffiare una stupida pianta», disse inalberato il re. «Abbiate fiducia in me», replicò l’uomo, «tra breve la pianta innaffiata dalle lacrime della principessa darà i suoi frutti, ella li assaggerà e tornerà come prima».
Il re, anche se non era del tutto convinto della cosa, mise la pianta nella stanza della principessa.
Con il passare dei giorni sembrava che non ci fossero grandi cambiamenti, anche se la pianta stava iniziando a dare i suoi frutti.
La principessa Nellie, incuriosita, una mattina si avvicinò alla pianta e mangiò uno dei frutti appena nati; il sapore le fu gradito e così, in breve tempo, li mangiò tutti, accennò un timido sorriso, chiese di poter andare di nuovo a passeggiare per il giardino regale e iniziò a riprendere peso e allegria.
Il re era esterrefatto, mandò a chiamare lo strano uomo e gli chiese cosa mai fosse accaduto.
«La principessa», spiegò l’uomo, «nutrendosi della propria tristezza e delle proprie pene stava lentamente guarendo; si trattava di aspettare ancora un altro po’ di tempo e poi ella avrebbe raggiunto la sua piena guarigione e sarebbe tornata al re più bella e splendente di prima, perché le sue pene si sarebbero trasformate in azioni e la sua tristezza in voglia di vivere e di migliorare il mondo, avrebbe ricavato, in parole più semplici, dalle sue pene l’energia positiva della vita».
Il re non sembrò, neanche questa volta, convinto della spiegazione dell’uomo, ma visti i risultati fino ad allora raggiunti, decise di seguire ancora una volta le sue parole.
Un giorno la principessa, che oramai era tornata anche fisicamente quella di una volta, decise di uscire di nuovo dalle mura del castello. Ella incontrò ancora i suoi sudditi nelle stesse condizioni di un tempo, ma, questa volta, invece di commiserarli, si fermò a parlare con loro, chiamò a sé le donne e i loro figli e spiegò loro che il re avrebbe provveduto ad aiutare le famiglie povere a patto che ai bambini fosse stato consentito di andare al castello quattro volte alla settimana. Lì avrebbero frequentato una scuola dove avrebbero imparato tante cose che in futuro avrebbe permesso loro di procurarsi da vivere senza dover chiedere l’elemosina agli angoli delle strade.
E così il castello fu in breve popolato da bambini allegri e chiassosi, come tutti i bambini del popolo, la principessa divenne la loro insegnante e nel regno tornò a brillare la stella della felicità.

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