Una Vita

Una Vita

La notte in cui incontrò gli occhi di quel povero botolo, Gilles si senti sperduto e combattuto.
La bellezza e l’intensità di quegli occhi avevano fatto breccia nella sua anima rude e la voglia di combattere contro l’assurdo destino che una mano vile aveva disegnato per lui, lo colpirono nel profondo del suo animo. Dopo un breve attimo di esitazione aveva deciso di sollevare dal ciglio della strada quel cucciolo abbandonato, di salvarlo da una fine cui qualcuno lo aveva senza alcuna colpa condannato e di tenerlo con sé.
In un attimo, gli occhi del botolo cambiarono luce e come d’incanto si illuminarono di felicità: fu qualcosa di magico la scintilla e la luce che riempirono le loro vite. Gilles decise di dare a quel cucciolo il nome di Jacques ed il loro legame iniziò un percorso di costruzione che lo avrebbe portato ad essere più forte di un legame tra due persone fisiche. Gilles non aveva mai avuto un animale da compagnia e neanche un animale non addomesticato con cui interagire; così, durante le prime notti di convivenza decise di chiudere a chiave la porta della sua stanza da letto, forse per quell’insensata paura che porta gli esseri umani ad aver timore del bene e ad accogliere invece il male come un benefattore nelle loro vite. Lentamente la fiducia tra loro iniziò a crescere, così come il sentimento di affetto e di amore che li avrebbe accompagnati per tutta la loro comune esistenza.
Jacques, come ogni cucciolo o bambino che si rispetti, era molto discolo, fuggiva sempre, affilava i suoi denti da latte in ogni sedia o capo di vestiario che incontrava per la sua strada. Gilles provava a correggerlo ma capiva che tutto ciò faceva parte del suo percorso di crescita e allora accettava di buon grado le sue piccole magagne.
Man mano che il tempo passava e che il cucciolo cresceva trasformandosi in un bellissimo esemplare di cane, il rapporto tra i due andava sempre di più trasformandosi in quello che viene da molti definito come un rapporto tra fiamme gemelle. Le fiamme gemelle sono universalmente riconosciute come parte della stessa anima. Sono il motore che ci guida lungo la strada per casa. Una casa fatta di affetto, comprensione e amore. Qualcosa di talmente profondo e radicato che supera la perfezione dell’incontro tra due anime simili, supera il mondo fisico e che, a differenza delle anime simili – che sono due entità separate pur avendo la stessa vibrazione energetica – trasforma le fiamme gemelle in una parte indelebile di un’unica anima.
Gilles era molto protettivo nei confronti di Jacques, ma anche Jacques lo era nei confronti di Gilles; ogni minimo ritardo veniva da lui redarguito con un abbaiare continuo, una sorta di rimprovero per il tempo che aveva passato da solo. D’altra parte, lui non aveva, né avrebbe mai conosciuto, l’umiliazione e l’orrore di una catena, di un guinzaglio, di una cuccia o di una museruola ed era ormai indirizzato verso un lento processo di umanizzazione. E come dar torto a Gilles per la gioia che provava ad essere accolto ogni volta che faceva rientro nella sua abitazione dalle feste e dalla coda scodinzolante del suo giovane amico.
I due erano uniti come magneti! Tutti i loro difetti scomparivano lievemente quando erano insieme. L’incontro con un essere che trasporta l’altra metà della tua energia, può creare, in ciascuno di noi, un profondo senso di integrità e di bellezza interiore in grado di cambiare per sempre le nostre vite. Ed è proprio quello che accadde ai due protagonisti di questo sogno ad occhi aperti.
Infatti, una sera, approfittando del fatto che Gilles aveva dimenticato la porta della sua camera da letto socchiusa, cadde anche l’ultimo baluardo della loro vita in comune: Jacques saltò in maniera fulminea sul letto dove dormiva Gilles e lo guardò con aria di sfida. “Se sei felice di restare qui, resta pure”, disse Gilles e da allora tutte le porte di casa sua rimasero aperte per Jacques.
Passarono tanti giorni, settimane e anni di vita in comune ed entrambi si difesero a vicenda contro le avversità del quotidiano; la loro vita insieme rappresentò una favola nella favola, ed ogni attimo della loro esistenza fu circondato da un alone di pace e serenità lontano da ogni possibile confronto con nessuna delle esperienze di vita comune, quali quelle cui noi siamo naturalmente abituati.
Ma ogni sogno, anche quello che sembra più bello e inattaccabile, ha la sua conclusione: e un giorno Gilles si rese conto che non poteva più proteggere il suo adorato Jacques, dal nemico più insidioso e invincibile della nostra felicità, l’incedere inesorabile del tempo. E fu costretto suo malgrado a lasciarlo andare, a dirgli addio; giocarono tutta la sera volando insieme come fossero su un magico tappeto volante e Jacques non ebbe neanche il tempo di accorgersi di quello che di lì a poco sarebbe accaduto. Gilles capì invece subito quello che, a partire da quel giorno, sarebbe accaduto alla sua vita.
In ogni battito del suo cuore, nel profondo della sua anima, capì che il loro amore non sarebbe mai potuto appartenere al passato, che lo avrebbe accompagnato nel cammino di ogni giorno, per sempre, in ogni suo sorriso, in ogni suo sguardo, in ogni sua lacrima, in ogni suo respiro. Ma capì pure che, al di là di quello che Jacques gli aveva donato, tutto era finito per sempre, almeno in questo piccolo spazio di mondo chiamato terra. Comprese che, da quel momento in poi, sarebbe vissuto come una foglia in autunno, in attesa di un soffio di vento, ma capì anche quanta fortuna avesse avuto nell’incontrare quel piccolo raggio di sole che aveva illuminato a giorno ogni singolo istante della sua esistenza!
Un amore così grande lascia sempre delle ferite nel cuore ma, come in ogni favola che si rispetti, lascia sempre un sogno, una possibilità recondita, la speranza di un nuovo incontro in un luogo magico, sognante e fiabesco dove l’orizzonte incontra il mare aperto e dove il fluire del tempo rimane, per sempre, impigliato e prigioniero nei meandri dell’anima di chi ama.

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